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Animali di Sardegna

Animali di Sardegna

copertina Animali di Sardegna

Principali caratteristiche tecniche:

Volume di 288 pagine
306 immagini a colori
copertina cartonata con sovraccoperta
editore: Ilisso

copertina Animali di Sardegna

 

Uno straordinario reportage sulla fauna sarda

"Lo stupendo e insostituibile volume sugli Animali di Sardegna a cura di Domenico Ruiu è un’autentica raccolta di immagini, testimonianze e storie, che rappresenta il più sontuoso catalogoarchivio della straordinaria, e spesso unica, fauna sarda, distillata in millenni di isolamento biogeografico insulare. Il tutto realizzato con la competenza e la passione del naturalista, immediatamente riconoscibili nelle foto e nei testi a corredo.

Gli animali della Sardegna non hanno avuto, soprattutto nei secoli precedenti al nostro, un’esistenza facile; per farcelo capire bastano le tristi foto in bianco e nero che testimoniano l’indecorosa fine della foca monaca, uno dei più stupendi e rari mammiferi marini che si riproduceva nelle grotte marine lungo le coste dell’Isola.Terrificante pensare alle tante uccisioni di questo pinnipede che sono state compiute lungo tutta la costa sarda sino al secolo scorso. Ancora nel 1918 sulla Guida d’Italia del Touring Club Italiano – Sardegna si potevano leggere i seguenti consigli per chi avesse voluto recarsi a caccia in Sardegna: «La caccia alle foche si fa con barche lungo la spiaggia nel mare e soprattutto dentro alle grotte marine dove questi pinnipedi sogliono ritirarsi». La foca, oggetto, allora, degli studi del padre Antonio Furreddu, grande naturalista e speleologo nel Golfo di Orosei, soprattutto nelle grotte del Bue Marino e del Fico (luoghi oggi disertati dalla specie), non ebbe una sorte lieta. Anche se fortunatamente recenti ricerche e osservazioni la danno in ripresa in tutto il suo areale, anche nei mari che circondano l’Isola.

Tra i mammiferi terrestri – trattati con meticolosa cura dal biologo Andrea Murgia e da Ruiu – il muflone, la cui splendida immagine apre la serie di altre incantevoli riprese, potrebbe, a mio avviso, rappresentare l’animale simbolo della Sardegna. Di esso, stando alle mie ricerche bibliografiche e a quelle dirette del compianto amico Helmar Schenk (grande naturalista germanico) nel 1972 ne sarebbero restati solo 1200 esemplari, molti dei quali asserragliati sulle rocce calcaree del Monte Albo a nord-est di Nuoro,nelle montagne e nelle foreste del Supramonte e dell’Ogliastra e nelle solitudini del massiccio del Gennargentu, ovunque perseguitati dall’allora diffusissimo bracconaggio.

Occorre ricordare che, come per la foca monaca, anche per questa specie la caccia, consentita nella prima metà del Novecento, era assai praticata dagli appassionati venuti dal continente italiano. La già citata Guida d’Italia del Touring Club Italiano - Sardegna del 1918 dichiara: «Il posto d’onore, nella caccia grossa, spetta al muflone». Oggi, fortunatamente – come documentano Ruiu e gli altri Autori con le loro immagini, riprese soprattutto nei paesaggi del discusso e mai nato Parco Nazionale del Gennargentu – la consistenza di questo stupendo ungulato si sta rapidamente riprendendo.

Una sorte ancora più tragica subì il daino, in Sardegna estinto alla fine degli anni Sessanta a causa del bracconaggio (attuato anche con la crudele pratica dei lacci in cavetto d’acciaio che catturavano soprattutto le femmine, come testimonia un filmato dell’epoca in bianco e nero che Fabrizio Palombelli e Carlo Prola hanno inserito nel loro documentario Fauna sarda del 1967). Difficile descrivere l’emozione e l’incanto suscitati dalle foto che testimoniano la bellezza e l’eleganza di questo ungulato dalle maestose corna palmate e dal manto elegantemente maculato...

(prefazione di Fulco Pratesi)